La sfida di Offanengo non solo non ha portato punti nelle casse della Nuvolí AltaFratte Padova ma ha sancito una retrocessione che arriva a tre giornate dalla fine del campionato nazionale di serie A2 femminile Tigotà. 

Ma com’è andata nel complesso questa stagione sportiva della squadra padovana? Ne parliamo col capitano della Nuvolí, Marta Masiero. 

Partiamo dall’inizio, un’annata che è stata la prima in serie A per l’AltaFratte Padova, dopo 16 anni dall’ultima partecipazione di una squadra di Padova nella stessa categoria, qual era lo stato d’animo alla partenza? 

“Abbiamo approcciato questo campionato consapevoli che avremmo incontrato squadre di altissimo livello ma altrettanto sicuri dei nostri mezzi e del nostro valore come squadra. Sicuramente ci aspettavamo di trovare dall’altra parte della rete atlete fisicamente e tecnicamente molto dotate e così è stato. Senza dubbio eravamo coscienti di avere l’opportunità di giocarci una serie A dopo essercela conquistata sul campo e questa è stata e sarà fino all’ultima partita una grande opportunità di crescita sia a livello individuale che di gruppo” 

Visto com’è andata, forse la stagione si è rivelata più tosta del previsto?

“Sicuramente non ci ha aiutato iniziare il campionato incontrando fin dalle prime partite le prime 3 squadre che adesso stanno dominando la pool promozione (Perugia, Busto Arsizio e Messina), partite che senza dubbio ci hanno tolto più di qualche sicurezza ma che, considerando a posteriori il valore dimostrato dalle squadre del nostro girone (4 su 5 ai playoff promozione) forse non erano così pesanti. Nonostante questo, direi che dal girone di ritorno (dalla gara in casa di Busto Arsizio) in poi, si sono iniziati a vedere i nostri progressi in campo e la crescita della squadra è stata evidente. Purtroppo però sono state poche le partite in cui abbiamo fatto fruttare al massimo il lavoro di qualità fatto in allenamento. È un peccato, perché soprattutto nella pool salvezza non abbiamo incontrato squadre che ci sovrastassero tecnicamente o tatticamente, ma forse solo nel modo in cui scendevano in campo e chiudevano cinicamente set e partita quando ne avevano l’occasione, cosa che purtroppo noi siamo riuscite a fare solo in poche occasioni” 

Adesso il futuro immediato vi proporrà tre match ai quali dovrete chiedere solamente di chiudere al meglio la stagione…

“Il futuro parte sempre dalla partita successiva, e anche se sulla carta queste saranno partite che non cambieranno il nostro destino sportivo, resta sempre l’obiettivo di onorare la maglia e le tantissime ore passate in palestra a lavorare. Dunque andremo a Melendugno ancora una volta per dare il massimo e cercare di portare a casa punti, perché vogliamo finire al meglio la stagione”

E alla fine, cosa resterà di questa stagione sportiva?

“Resterà l’emozione di vestire la maglia dell’AltaFratte in serie A, di vedere il palazzetto tingersi di rosa, la carica dei nostri tifosi al palazzetto, l’atmosfera del pre-partita con le note dell’inno della Lega che alleggeriscono la tensione pochi istanti prima del fischio d’inizio. E ovviamente resta il lavoro che abbiamo fatto come squadra insieme al nostro staff e a tutta la società che ci ha supportato in ogni momento, un bagaglio che porteremo sempre con noi” 

La tua è stata l’ennesima stagione sportiva ma la prima da “libero”, come la giudichi?

“Definirei la mia stagione personale “in crescita”. Cambiare ruolo non è stato facile, ma partita dopo partita l’ho sentito sempre più mio. Ho capito che cosa significa giocare per la squadra e mettersi al servizio di essa, mi sono goduta ogni momento al 100% dando il massimo, grata per la grande opportunità che mi è stata data” 

(foto Roberto Perin)